giovedì 27 dicembre 2012

Quando la satira si ripete...

Salve a tutti di nuovo e buone feste!

Approfitto delle vacanze per riprendere la pubblicazione del blog... sperando di trovare un po' di tempo per continuare ad aggiornarlo con regolarità.

Due post fa avevo parlato dell'errata traduzione di «engineer» dall'inglese: la traduzione dipende dal contesto, ma spesso viene tradotto con «ingegnere» mentre dovrebbe essere «geniere». Bene, ci risiamo! Sul Corriere online di alcuni giorni fa è comparso un articolo su un messaggio cifrato risalente alla seconda guerra mondiale rinvenuto accanto allo scheletro di un piccione viaggiatore (qui l'articolo).

Ecco il testo... incriminato:


E se fossero davvero degli ingegneri?!? E se la Germania avesse sfornato durante la guerra quantità industriali di laureati in ingegneria da mandarne interi battaglioni in prima linea? Ecco svelato il segreto della rapida ripresa di quel Paese dopo la guerra! I muratori, i metalmeccanici, gli elettricisti, non dovevano sbrigarsela da soli: gli ingegneri, appena smobilitati, erano già pronti all'uso, a dirigere i civili nel difficile compito della ricostruzione.

martedì 15 maggio 2012

Per la serie: lo sapevate...

...che esistono dei funghi (ma sono davvero dei funghi?) chiamati "icheni"?
...che se una sostanza è dolce è buona, e se è amara è velenosa?

Stamattina presto, come spesso faccio, ho aperto il Corriere online ed ho letto i titoli. Poi ho aperto due articoli che mi interessavano. Davvero, solo due articoli, ed in entrambi ho trovato materiale interessante ai nostri fini. Alcuni dei contenuti di questi articoli, per chi crede ancora nell'importanza e nella solennità della professione giornalistica, sono sconcertanti. Ecco di cosa si tratta.

Primo articolo:
Svolta per il delitto di Arce, isolato il DNA del killer di Serena

Non leggo mai la cronaca nera. Per questo articolo ho fatto un'eccezione perché sono originario della Ciociaria, e sento un profondo legame con i luoghi e le persone.

Oltre a varie affermazioni sulla cui precisione nutro più di un dubbio, ho trovato la seguente frase (che riporto in immagine perché potrebbero correggerla):


Avete capito? Sono stati trovati degli "icheni". Che ovviamente sono dei "licheni". Sconcertante che un giornalista non abbia mai sentito parlare dei licheni: si insegna della loro esistenza sin dalle scuole medie, se non prima! E poi la frase stessa deve essere probabilmente errata, anche se non posso esserne sicuro al 100%. I licheni sono molto diffusi, credo sia difficile trovare una località in cui non esistano.

Forse il giornalista voleva dire: "sono stati trovati dei licheni che non crescono a Fontecupa". Inoltre i licheni non sono dei funghi: sono organismi simbiotici di cui i funghi sono una delle due componenti.

Forse sono troppo pignolo, ma queste approssimazioni contribuiscono a mettere in dubbio tutto il contenuto dell'articolo.

Secondo articolo:
Dobbiamo davvero privarci di tutto ciò che ci piace?

Anche qui c'è un'affermazione davvero discutibile, che sarebbe stata fatta da un esperto in nutrizione. Mi rifiuto di credere che una persona laureata in una qualsiasi materia scientifica possa fare affermazioni del genere. È molto più probabile che sia stato il giornalista a fraintendere e a non riflettere su ciò che ha scritto:


Quindi, per sapere se qualcosa è buona o velenosa basta assaggiarla. Ergo la rucola, che mi piace tanto, è velenosa perché è amara.

Il problema generale, come al solito, non è tanto l'errore in sé, ma il senso di approssimazione che viene trasmesso da certe assurdità e che si espandono a tutto l'articolo. E a tutto il giornale!

Cari giornalisti, un po' più di cura nella revisione degli articoli!!!! :-)



lunedì 14 maggio 2012

Americani, popolo di ingegneri

Sabato 12 maggio, nella trasmissione "Impero" dedicata alle origini ed allo sviluppo della bomba atomica, continuavo a sentire la parola "Ingegnere": Gli ingegneri fecero questo, gli ingegneri fecero quest'altro. Qualunque cosa che non fosse stata fatta da un professore era stata fatta da un ingegnere. Veniva proprio da pensare che gli Americani fossero un popolo di ingegneri... sembrava che gli ingegneri li vendessero "a dime a dozen": dieci centesimi la dozzina, come dicono loro.

Il problema - lo avrete capito - è la traduzione. Qui da noi il titolo di Ingegnere può stare alla pari solo con quello di Notaio e di Dottore in medicina, mentre in America "Engineer" può significare tanto "Ingegnere", quanto "Tecnico", quanto "Soldato del genio".

Ad esempio il corpo del Genio si chiama Engineer corps. "Genio", "Ingegnere" e "Engineer" hanno la stessa origine nel latino, da "Ingenium", ma col tempo e nelle diverse lingue hanno assunto significati diversi che nella traduzione bisognerebbe rispettare.

Secondo "Impero", invece, gli ingegneri dell'esercito americano erano più numerosi dei dotto' a Roma. Ad esempio, bisognava costruire un capannone. Chi avrebbero chiamato a costruirlo? Gli ingegneri naturalmente. Una bomba atomica? Anche qui solo gli ingegneri avrebbero potuto realizzarla. Ed il dispositivo di implosione della bomba al plutonio? Avete indovinato. Solo gli ingegneri escogitarono il modo di realizzarlo.

Questo errore fa pendere la bilancia a favore di chi sostiene che le trasmissioni non italiane bisognerebbe trasmetterle in lingua originale, usando caso mai i sottotitoli in italiano. In questo modo chi conosce la lingua può seguire il testo originale e corretto, e chi non la conosce può avere un'idea del contenuto dal testo (parzialmente errato) dai sottotitoli :-)

sabato 12 maggio 2012

La pésca o la pèsca?

È tutta una questione di accenti: c'è un divertente racconto di Achille Campanile tutto giocato sul diverso significato di una frase, una parola della quale è letta con un accento diverso da quello sottinteso:

Domande da pórci
e
Domande da pòrci

Lo stesso vale per questo cartello sul lago di Santa Massenza nel Trentino, in cui si descrive la storia del luogo:
La pèsca del luccio
o
La pésca del luccio
???

Il traduttore ha preso pésca per pèsca, ed ha tradotto di conseguenza. Così ora sappiamo che nel laghetto di Santa Massenza ogni luccio possiede una pèsca. Sì, perché questo è ciò che ha scritto nel cartello in inglese:
the peach of the pike

mentre avrebbe dovuto tradurre ad esempio:
pike fishing

Grazie del divertente errore!

(segnalato da Isabella Poggesi)



PS: ma il luccio, a quante pèsche ha diritto ogni anno? Forse dovremo chiedere al Ministro Fornero. Avrà sicuramente contingentato anche questa fornitura, ed avrà imposto un limite di età per fruire di tale elargizione.

martedì 8 maggio 2012

E il video divenne un virus

Ebbene sì, ci sono cascato: lunedì sera ho visto un episodio di CSI. Con il relativo contorno di corpi spezzettati (ma visto che sono sensibile cambiavo per tempo canale...).

Nella storia che ho guardato, alcune ragazze di una scuola perseguitano per gelosia una loro compagna. Giungono a creare un video, che caricano sul web, in cui la prendono in giro e la umiliano.

Questo video, come succede per le cose migliori e peggiori, si diffonde in modo rapido ed incontrollato e viene visto anche dalla vittima in questione, con conseguenze tragiche.

Uno degli investigatori, ricostruendo la vicenda, dice...
Alt, un momento, cancellate. Ecco la frase giusta:
Ad uno degli investigatori che ricostruisce la vicenda vengono fatte pronunciare le seguenti parole:

«...e a questo punto il video è diventato un virus...»

Eh no! Il solito programma che gira in background nella testa di ogni traduttore ha acceso la lucina rossa: un video non può diventare un virus. Molto probabilmente la frase corretta sarebbe questa:

«...e a questo punto il video è diventato virale...»

Il traduttore probabilmente non aveva mai sentito parlare di video virale (e cioè un video che si diffonde in modo molto rapido, in genere grazie al passaparola), ed avrà tradotto "has become viral" con "è diventato un virus".

Lungi da me il lapidare il traduttore: l'errore è sempre dietro l'angolo, e se il tempo concesso per la traduzione è - come quasi sempre succede - ristretto, la guardia a volte cala un po'. E si inciampa, di solito, nelle cose che si danno per scontate.

A me è successo tempo fa un episodio simile, fortunatamente recuperato in tempo prima della consegna del lavoro. Ma ve lo racconterò un'altra volta.

Intanto sosteneteci leggendo i nostri consigli per gli acquisti:






domenica 6 maggio 2012

Errore potenziale

In questo periodo come avrete notato gli errori scarseggiano! Buon segno? Chissà.
Parliamo allora di quelli potenziali: poco tempo fa stavo traducendo in italiano, dall'inglese, un contratto che prevedeva l'installazione di un impianto fotovoltaico sui tetti di alcuni edifici.

Avevo trattato l'argomento fotovoltaico varie volte in passato, ma solo dal punto di vista puramente tecnico: progettazione di centrali solari, metodi per il calcolo del rendimento e così via.

Bene, comincio a leggere e ad un certo punto mi imbatto in una frase: «The SPV - Special Purpose Vehicle...» e mi blocco, incredulo. Mi dico: ma "SPV" è la sigla di "Solar PhotoVoltaic", e cioè [Impianto] ad energia solare. Cosa c'entrano gli Special Purpose Vehicles, e cioè - per come la capivo io - i Veicoli per Impieghi Speciali? Nel preambolo, nell'articolo 1 e nell'articolo 2 si è parlato di impianti fotovoltaici, ed ora parlano di veicoli?

In effetti dopo una rapida ricerca ho capito che i tecnici, gli avvocati, il notaio che avevano avuto a che fare con l'atto non avevano preso una sbornia collettiva. Era tutto vero: SPV significa anche Special Purpose Vehicle; ma questa espressione indica una società con uno scopo speciale! In italiano si traduce con «Società di progetto».

Questo errore potenziale rivela due aspetti fondamentali del lavoro del traduttore:
- questi deve diffidare sempre del significato apparente delle parole e delle espressioni, e
- deve essere consapevole che non si finisce mai di imparare e scoprire sempre cose nuove.

E questo è l'aspetto più bello della professione.

Per capire meglio cos'è una SPV, consultate Wikipedia a questo link.

Ecco un SPV come me lo immaginavo. Certo, i
6.600 cc di cilindrata di un Hummer  non hanno molto a che
fare con il risparmio energetico, cuore della
filosofia del fotovoltaico!



martedì 1 maggio 2012

Traduttore amante della filosofia

Nel DVD del film «Giù al nord» (Bienvenue chez les Ch'tis) è compreso anche il filmato del cosiddetto «making of».

Ad un certo punto, verso il minuto 20, il gruppo di attori principali è riunito attorno ad un tavolo per una scena di interni e il protagonista, con in mano un orologio a pendolo, ripete due volte:

«Moi, je suis le temps qui passe»

e infatti con il dito segue il movimento della lancetta. Traduzione nei sottotitoli, entrambe le volte: «Io sono il tempo che passa».

Giusto? Solo formalmente. Per uno di quei tanti casi in cui il significato dipende dal contesto, la traduzione è sbagliata. Il problema è che in francese «suis» significa sia «sono» che «seguo».

Qui il traduttore avrebbe dovuto tradurre, in base al contesto, «Io seguo il tempo che passa», e non «Io sono...»: un'affermazione, quest'ultima, forse seducente dal punto di vista filosofico, ma insensata in un film comico.

(Segnalato da Manuela Dal Castello)


La famosa opera, scolpita in joint venture da Fidia e Dalì:
«Socrate che medita sul tempo che passa e si identifica in esso».
I critici sono unanimi nel riconoscere,
nell'orologio, la mano di Fidia.



sabato 28 aprile 2012

Peccato veniale

Oggi puro relax in Val Seriana (valle della Bergamasca parallela alla Val Brembana, quella dalla quale sarebbero provenuti, secondo il vigile milanese, Totò e Peppino nel famoso film Totò, Peppino e la malafemmina).

A Ponte Nossa, sulla porta del Museo del Maglio (vedi oltre) il cartello con gli orari ed un errore veniale che segno con la matita rossa. Errore ampiamente compensato dalla bellezza dei posti, dal dolce rumore dei corsi d'acqua, dal sole e dalla pace della giornata:


È davvero un piccolo errore; lo segnalo per... ahem... la missione che mi sono accollato.

Erroruccio a parte, è lodevole l'iniziativa di conservare un antico maglio idraulico nel suo stato originale, a memoria della storia locale.

I magli sono degli strumenti antichi, ma usati fino a qualche decennio fa, azionati dall'acqua per forgiare il ferro. Ecco il link al sito ufficiale:
maglinossa.it

Qualche foto dei luoghi. Fate clic sulle foto per ingrandirle.


Il bel ponte romanico di Albino

Il fiume Serio nella... ridente località di Gromo
(scusate, non sono riuscito a trattenermi)

Il Museo del Maglio a Ponte Nossa.
Sotto la tettoia in fondo
si trova l'antico lavatoio

giovedì 26 aprile 2012

Chiama 800 numeri di telefono con Internet!

Giorni fa, facendo una ricerca sul web, sono capitato su una pagina in cui compariva un libro, «Futurizza la tua impresa», che avevo comprato appena uscito nel lontano 2000, e mi è tornato a mente un certo episodio.

Il libro è edito da Tecniche nuove, e l'acquisto era consigliato da una rivista di informatica della stessa casa editrice. Il mio amore per l'informatica era nato da alcuni anni, e non potevo non comprare al volo un libro con un titolo del genere.

Il problema è iniziato quando, leggendolo, mi sono imbattuto in diversi errori di traduzione dall'inglese che rendevano dubbia la comprensione di vari passi.

L'errore più assurdo me lo ricordo ancora. Tenete presente che in Italia, nel 2000, Internet era ancora relativamente giovane, ma negli USA era già piuttosto avanzata e le società già la usavano per offrire vari servizi, tra cui telefonare e riempire moduli online. Ecco la frase che mi aveva fatto divertire / imbufalire:

«...[con Internet] potete telefonare ad 800 numeri
e riempire 401 moduli...»

Ricordo che mi chiesi perché con Internet si potesse telefonare solo ad 800 numeri e riempire solo 401 moduli. Due limitazioni ovviamente incomprensibili dal punto di vista logico.

La spiegazione era semplice: il solito errore di traduzione. La frase corretta era sicuramente: «...potete telefonare ai numeri verdi, e riempire i moduli 401(k) (moduli per i piani pensione USA)».

Ora, nel 2000 i numeri verdi, in Italia, non erano i numeri 800, ma i numeri 167... e va bene, diciamo che la traduttrice avrebbe potuto essere vittima di una svista, per quanto grave. Ma i moduli 401(k)? Ha pensato che il (k) fosse un errore di stampa e che potesse essere tranquillamente ignorato? E quel numero così poco "arrotondato"?

Alla traduttrice sarebbe bastata una semplice ricerca su Internet (Google era nato nel 1998), per appurare cosa fossero quell'800 e quel 401(k). Non l'ha fatto e di ciò la ringraziamo... :-).


PS: Oggi stiamo ridendo di questo episodio, ma ricordo che allora ero piuttosto seccato. Mi dicevo: ma se ad una prima lettura ho trovato questo errore, quanti altri ce ne saranno?
Nel colophon, poi, era indicato il nome della traduttrice e quello del revisore con tanto di titolo accademico!
Ricordo che scrissi al direttore della rivista, tra il serio ed il faceto, chiedendo i soldi indietro... naturalmente ancora aspetto la risposta :-)


martedì 24 aprile 2012

L'isola che c'è da oggi (ma che forse c'era anche da prima!)

L'errore di oggi è di un tipo particolare: è l'errore che si fa per eccesso di fiducia in una fonte o in un'idea.

Sul sito del Corriere di oggi è stata pubblicata una galleria fotografica che mostra l'arretramento dei ghiacciai nel mondo. Si parla ad un certo punto di una «Isola di Warming in Groenlandia»... e qui stavo per fare io un errore! Ho pensato infatti, visti certi precedenti, che quella frase potesse essere la traduzione errata di una frase che invece significava: «L'isola della Groenlandia che si sta riscaldando», o qualcosa del genere.

Non essendo un giornalista, sono andato a documentarmi (buona questa, vero?). Ho così appreso che esiste davvero una «Warming Island», che secondo alcuni si sarebbe formata, sulla costa della Groenlandia, per scioglimento del ponte di ghiaccio che la collegava alla terraferma.

Documentandomi ho scoperto che la formazione recente o meno dell'isola è piuttosto controversa. Esiste infatti una mappa che ne documenta l'esistenza in modo praticamente inequivocabile in tempi non sospetti.

In sostanza il giornalista, invece di copiare pedissequamente foto e didascalie, avrebbe dovuto informarsi ed informarci almeno del fatto che l'argomento è controverso!

Ecco i dati in base ai quali potete farvi un'idea della questione:

Dal Corriere, foto e didascalia originali:


 L'isola Warming in Groenlandia. A sinistra l'11 agosto 1985,
al centro il 2 settembre 2002, a destra il 4 settembre 2005
(Usgs Landsat Missions Gallery)

Dal sito WorldClimateReport :


Questo sito dà un rendiconto approfondito e dettagliato del "mito", come lo definisce, della Warming Island. Che ognuno si faccia la propria idea.




domenica 22 aprile 2012

Varani tecnologici

Mio marito guarda un documentario su Sky. Lo sento bofonchiare per diversi minuti e alla fine sento che sbotta a gran voce: «Ma quello è un varano, perché lo chiamano lucertola monitor?».

Risposta mia: «Amore, ma secondo te, come si dirà varano in inglese?».

Ci credereste? Ha indovinato la risposta.

E anche qui ho fatto la prova: il primo risultato su Google per monitor lizard è una voce di Wikipedia in inglese... E naturalmente è proprio il varano.

(Segnalato da Vania Dionisi)

Un raro esemplare di lucertola monitor da 21 pollici.
La lucertola, quando è a riposo, proietta sullo schermo
dei filmati sulla natura. Mentre, in caso di scontro con altre
lucertole monitor, proietta dei telefilm della serie
Texas Ranger, con Chuck Norris, per intimorire
l'avversario. Appena visibile sulla sommità del
monitor, l'antenna direzionale per una migliore
sintonizzazione.
L'evoluzione non conosce davvero limiti.

venerdì 20 aprile 2012

Errore non umano :-)

Questo post è semi-OT per un blog dedicato agli errori: è sì un errore, ma non compiuto da un essere umano.

La nostra gatta ha camminato sul portatile di mia moglie ed ha premuto una combinazione di tasti che ha capovolto lo schermo...

Fortunatamente con una rapida ricerca su Internet abbiamo potuto ripristinare la configurazione corretta. Se vi capitasse una cosa del genere, per ripristinare basta premere ALT+CANC+Freccia in su.

Nella foto, il computer vittima del walking stalking e la colpevole alla gogna :-) .

giovedì 19 aprile 2012

Il Rottamatore non avrà difficoltà....

...a rottamare il suo ultimo libro, «Stil Novo, la rivoluzione della bellezza da Dante a Twitter». O almeno a ripararlo.

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha affermato infatti nel libro che la battaglia di Gavinana (1530, Francesco Ferrucci... ricordate?) si svolse nell'omonimo quartiere di Firenze.

Ora, è storicamente accertato che già nel 1540 i nonni, rivolgendosi ai nipotini e mostrando loro i palazzi del quartiere di Gavinana, dicevano: «Vedi? Una volta qui erano tutti prati», e quindi forse davvero si sarebbe potuta svolgere lì la battaglia.

La verità storica però è che lo scontro si svolse nel paese di Gavinana, a ben 81 km da Firenze (utilizzando strade a scorrimento veloce, come ci informa il sito viamichelin.it).

Siamo comunque in grado di informarvi che il Sindaco-autore ha già iniziato a correggere a mano, uno per uno, i volumi, per ristabilire la verità.

La foto qui sotto lo ritrae circondato dalle casse dei libri da correggere uno per uno mentre indossa vestimenti acconci all'opra sua.

martedì 17 aprile 2012

Archeologia della stampa da ridere

Ho ritrovato per caso un ritaglio che credo di aver messo da parte circa 25 anni fa. Il giornale, mi sembra di ricordare, era «La Prealpina» di Varese.

Se si fa clic sulla foto, ingrandendola, si legge nelle righe sottolineate a sinistra che una TV locale sta preparando un reportage sulle «Guerre dimenticate». Nelle righe sottolineate a destra si legge invece che ad ogni puntata sarà presente un esponente di... Amnesy International! Proprio così: Amnesy senza la t.

D'altra parte, chi meglio di Amnesy International può parlare delle guerre... dimenticate?!?!?

domenica 15 aprile 2012

La madre di tutte le traduzioni errate

Esiste un errore di traduzione che resterà per sempre negli annali, ed è talmente incredibile che se non lo avessi visto personalmente sul sito del MIUR, dopo la segnalazione da parte dei giornali, non ci avrei creduto.

Insomma, per chi non lo sapesse, attorno alla metà di febbraio di quest'anno il sito del MIUR, a questa pagina, ora corretta, ha pubblicato un bando di un progetto di ricerca:

«Dalla pecora al pecorino: tracciabilità e rintracciabilità di filiera
nel settore lattiero caseario toscano»

Bene, il titolo italiano era chiaro e sintetico. Il problema sorgeva quando si passava alla riga successiva, dove «pecorino» era stato tradotto con... «doggy style»!



Chi non conoscesse il significato di «doggy style», può trovare alcune colorite descrizioni qui (in inglese). In hoc loco possiamo solo dire che non ha nulla a che fare con il cacio; indica invece ad una posizione amatoria che differisce alquanto da quella del missionario.

Ci rendiamo conto che questo errore implica un cambio di genere del formaggio in questione, ed uno straordinario salto di fantasia nel passaggio dalla produzione del formaggio alla ri-produzione umana, ma nulla è impossibile a chi si impegna con tutto se stesso.

Non basta: la figuraccia è stata esportata anche in Europa, in un sito comunitario che riporta i singoli bandi nazionali.

Non bastava la tragedia della Concordia per rafforzare gli stereotipi che il mondo ha dell'italiano: con quella vicenda si rigirava il coltello nella piaga dell'italiano sborone, vigliacco e pasticcione.

Nel naufragio della Concordia, per motivi contingenti, non è emersa (se non marginalmente) la fissazione sul sesso, considerata tipica dell'italo maschio.

Ringraziamo quindi il MIUR per aver colmato questa lacuna.

Signori: la traduzione è una cosa seria. Già sbagliano i traduttori, figuriamoci i dilettanti!


giovedì 12 aprile 2012

Traduzioni «mediche»...

Vi lascio alcune perle in inglese scoperte in una traduzione a carattere ospedaliero:

Italiano: indicazioni al paragrafo 1 comma 3 lettera A  
Inglese: instructions at paragraph 1 comma 3 letter TO

Italiano: Si dovrà menzionare l'unità centrale e gli stabilimenti interessati...
Inglese: You will have to mention the CPU and...

Italiano: Il comitato può anche essere composto da una sola persona
Inglese: The committee can be dialed of one person only

Perle segnalate da Manuela Dal Castello

lunedì 9 aprile 2012

Balena inseminator

Leggo il testo di una brochure turistica. Testo penoso per intero ma a un certo punto trovo: «Dalla costa di Kaikoura si possono quasi sempre vedere le balene sperma».

Scoppio a ridere, mi alzo per andare di fuori da mio marito che non sa per nulla l'inglese ma è un grande appassionato, tra le altre cose, di natura in generale (come me) e ittiologia in particolare e gli dico: «Ma le conosci le balene sperma?». Tempo due secondi, capisce e scoppia anche lui a ridere.

Ma al traduttore costava molto digitare «sperm whale» su Google? il primo risultato è Wikipedia, lo metti in italiano e scopri che non si tratta di una particolarissima nuova specie di balena-inseminator  ma solo di un comunissimo capodoglio.

Ma perché fanno tradurre turismo a gente che non sa nulla di fauna???

Segnalato da Vania Dionisi



venerdì 6 aprile 2012

Questo è un blog autofertilizzante

Sapete cosa sono le centrali nucleari autofertilizzanti? Sono quelle che producono più «carburante nucleare» di quanto ne consumino.

In altre parole, Cervellotik pare che non si limiti a segnalare errori: li produce in proprio!

Pensate un po': proprio nel primo post che ho scritto, ho commesso un grave errore. Come mi ha fatto notare Gruko, ho scritto:

Come è ovvio, l'arteria femorale è nel femore.

Ma non è vero! L'arteria femorale corre nella coscia; caso mai corre lungo il femore. Certo, se corresse nel femore ci sarebbero più vantaggi: sarebbe più riparata in caso di lesione, ma almeno per il momento non è così!

giovedì 5 aprile 2012

Sito tradotto dalla concorrenza

Eh già, non riesco a spiegarmi in altro modo il motivo di questa «traduzione»:

(vedi testo in rosso in fondo al post)

Questa trappola per topi in cartone è su un sito italiano, di cui non farò il nome, e nemmeno il cognome. Ritraducendo in italiano la descrizione del prodotto otteniamo quanto segue: «Trappola adesiva in cartone, da piegare nella forma più INUTILE»!

Non commentiamo lo stile dell'inglese, né la grammatica, ma il senso stesso della frase. Secondo me lo ha tradotto il figlio del concorrente diretto di questo produttore.

(Segnalato da Natalia Bertelli)

Perché la scritta «CENSURA»
Dove ora compare la scritta CENSURA c'era uno screenshot del sito in questione che comprovava ciò che dicevo. Ho avuto però la pessima idea di segnalare all'azienda interessata la gravità dell'errore, e la presenza di molti altri errori sul sito.

Ho specificato che segnalavo l'errore a puro titolo di cortesia. Mi aspettavo una risposta del tipo "grazie, non lo sapevamo, provvederemo".

Ho ricevuto invece un'email con l'ingiunzione a togliere immediatamente qualsiasi riferimento al loro sito. Cosa che ho fatto con quel cartello. Non perché avessero il diritto di chiedermelo, ma perché è una faccenda talmente misera che non vale la pena perdere tempo in continui scambi di email.

La cosa che più mi secca però è che... mi ringraziano "per aver presentato la mia azienda" (di traduzioni): cioè hanno pensato che segnalassi loro l'errore per farmi assegnare la traduzione ex novo del sito... siamo alla follia! Solo una mente contorta può pensare che un simile misero stratagemma potrebbe  funzionare. 

Pazienza, non per questo perdo la mia fede nell'essere umano... :-).


martedì 3 aprile 2012

Forse la stanchezza, o chissà cosa...

Traduco un documento fiscalmente molto importante di una multinazionale molto importante che produce antiparassitari. L'inglese dell'originale è ottimo, la traduzione prosegue spedita.

Il testo comprende la descrizione dei principali prodotti. Ad un certo punto mi blocco: «...XYZ is a product for the screw».

Il primo pensiero, visto l'argomento, è che sia un prodotto contro lo «screw worm», un parassita, ma la traduzione non si adatta a quanto segue, né al «for». Leggo oltre ed alla fine capisco: «...XYZ è un prodotto per la VITE»!!! Ovviamente non per la vite con le filettature (the screw), ma per quella dell'uva (the vine)... evidentemente è una parola che induce in confusione.

Ringraziamo chi ha redatto il testo in inglese per questa svista, che comunque non riesco a capire come si sia originata: testo in italiano tradotto in inglese e da ritradurre in italiano? Stanchezza del redattore? Come dice Alberto Angela: «Questo, forse, non lo sapremo mai».

giovedì 29 marzo 2012

Vegetazione meccanica

Questi episodi vegeto-meccanici mi sono stati raccontati da tre colleghi:

Traduzione della descrizione di un motore dall'italiano in tedesco:
Albero è stato tradotto con Baum. Peccato che Baum significhi sì Albero, ma di quelli con le radici! La traduzione corretta sarebbe dovuta essere Welle.

Traduzione del manuale di un tornio, dall'inglese in italiano:
"Fare attenzione alle patatine fritte bollenti".
Evidentemente queste... patatine sono gli hot chips, e cioè i trucioli metallici ad elevata temperatura proiettati dal tornio.

Catalogo di lusso, carta patinata, foto in quadricromia, con la parola vines che compare moltissime volte. Catalogo di vendita di ville toscane a ricchi inglesi? No, catalogo di moto. Anche qui le vines sono le... viti, ma non quelle di metallo: quelle da vino!

Evidentemente i punti di contatto tra la natura e la meccanica sono molti più di quelli che si pensa...

lunedì 26 marzo 2012

Un nuovo santo informatico

Leggo la traduzione dall'italiano in inglese di un atto notarile. È un documento su cui non devo intervenire, lo sto leggendo per curiosità. Ad un certo punto mi blocco. Una delle parti dell'atto abita in una cittadina italiana, in via San Defendbody. Sarà un santo del terzo mondo, mi dico, uno di quelli poco noti perché santificati da poco.

La spiegazione però non mi convince, perché è poco probabile che una cittadina di poche migliaia di abitanti dedichi una via ad un santo nuovo e, per di più, straniero. Leggo oltre e il mistero si chiarisce: il testo è pieno di «Body», e cioè la corretta traduzione in inglese di «Ente». Ente... Ente... San Defend... ente.

Evidentemente, visto il gran numero di ripetizioni di "Ente", il traduttore ha correttamente usato la funzione di sostituzione di Word cambiandolo in "Body", ma ha dimenticato di attivare l'opzione «parola intera». Quindi Via San Defendente è diventata Via San Defendbody... Fortunatamente l'atto non è ancora stato consegnato e si può modificare.

Comunque prendete nota: si tratta del primo caso documentato di santo creato dall'informatica. Potrebbe essere il protettore ideale dei Word Processor. Oppure delle guardie del corpo: defend-body...

San Defendente
(da Wikipedia)


sabato 24 marzo 2012

Errorucci qua e là

Il traduttore sviluppa in genere un vero e proprio sesto senso: quando vede un film, o legge un libro o un testo qualsiasi, nella sua mente un programma gira in background; questo programma, se rileva un errore di traduzione, fa scattare un campanello d'allarme.

Eccovi alcuni errori del genere che ho rilevato nel corso degli anni; sicuramente me ne ricorderò altri:

Film (forse Ombre rosse)
Diligenza ferma alla stazione di posta. Accanto al postiglione sale un tizio con stella e Winchester, per difendere la diligenza in caso di cattivi incontri. Il postiglione gli si rivolge con calore: «Sono contento che venga anche lei, maresciallo!»

Probabilmente la parola tradotta con «maresciallo» è «marshall», e cioè, nel vecchio West, un «agente di polizia» con giurisdizione su aree anche piuttosto vaste. Non ha niente a che vedere quindi con il grado italiano di maresciallo. Senza considerare che negli USA questo grado non è mai esistito.

Filmato TV su Mme de Pompadour
Madame informa il proprio fratello di aver indotto il re ad affidargli la Direzione Generale dei Bastimenti, Arti, Giardini e Manifatture.

Perché questa commistione tra terra e mare? Ma perché questi «Bastimenti» non vanno «per terre assai luntane», come nell'antica canzone: è semplicemente una traduzione per assonanza di Bâtiments, e cioè  Fabbricati.

Il «Certificato di un regalo»
I giornali - come le stagioni - non sono più quelli di una volta. In un articolo del Corriere della Sera online, comparso alcuni giorni fa, ho appreso della relazione hot-platonica tra Assad ed una sconosciuta.

Dallo scambio di email tra i due, scoperto da alcuni pirati informatici, abbiamo appreso che Assad ha inviato alla donna il «certificato di un regalo».

Ho cercato di immaginare cosa potesse essere: Assad che le invia un certificato presidenziale con cui certifica l'invio di un dono? No, troppo macchinoso. È più probabile che le abbia inviato un «gift certificate», e cioè un buono regalo.

È più rapido tradurre un articolo che scriverlo da zero, ma nemmeno questa attività è priva di rischi!!!!!

PS: anche Google Translate fornisce la traduzione esatta per gift certificate. La prossima volta, caro articolista... :-)



giovedì 15 marzo 2012

La qualità più ricercata in un asciugacapelli

Uno dei più divertenti errori di lingua che abbia notato l'ho rilevato alcuni anni fa su una lettera di presentazione di una ditta di piccoli elettrodomestici.

Il testo, scritto in un italiano davvero penoso, decantava le qualità dei loro asciugacapelli; quattro di queste qualità erano evidenziate con un elenco puntato, al centro della lettera: ovviamente descrivevano le caratteristiche più desiderabili in un apparecchio del genere

Non ricordo più quali fossero i primi tre punti, tutti espressi in un italiano molto approssimativo, ma ricordo perfettamente il quarto, che li surroga perfettamente e che mi ha fatto ridere per anni:

- ...
- ...
- ...
- silenziosità ridotta al minimo

E cosa si può desiderare di più da un asciugacapelli?!?!?!!?

martedì 13 marzo 2012

Un jet nel frigo

Devo tradurre un manuale d'uso di un frigorifero industriale, dall'inglese in italiano.
Lo leggo tutto prima di tradurlo. L'esperienza mi dice che il manuale in origine era in italiano, poi è stato tradotto in inglese da qualcuno che "lo sapeva", probabilmente perché lo aveva studiato alle scuole medie. Quindi è probabile che l'originale si sia perso e quindi bisogna ritradurre il testo in italiano.

Perché sono convinto che la lingua d'origine fosse l'italiano? Perché è pieno degli errori tipici che fa un italiano che traduce in inglese.

Gli esempi sono moltissimi; eccone uno: "see the drawning n° 3". Nelle intenzioni "drawning" dovrebbe essere "drawing", quindi "vedi disegno n° 3". Il traduttore ha però scritto una parola che non esiste: un curioso incrocio tra "drawing" (disegno) e "drowning" (annegamento, o essere sul punto di affogare...)

Ecco però l'esempio più divertente. Alla fine del manuale trovo l'elenco delle parti del frigo, e nella sezione dedicata all'illuminazione interna si legge:

- Lamp
- Lamp holder
- Lamp cover
- Jet plane
....
Cosa? Jet plane? Un aviogetto in un frigorifero? Certo. Se l'originale italiano è "reattore", e si apre un dizionario italiano-inglese, ci sono buone probabilità che il primo traducente sia "jet plane". Andando qualche riga più oltre, però, il traduttore consapevole scopre che esiste anche un significato in campo elettrico. Ad es. dal Garzanti:
3. (elettr.) reactor.

Ma se questo traduttore lo avesse fatto non ci saremmo divertiti :-)



lunedì 12 marzo 2012

L'arteria femorale corre nel braccio?

Ecco l'articolo che ha scatenato in me il desiderio di creare un blog di stupidaggini: in un articolo pubblicato su Il Giornale online del 12 marzo 2012 si parla dell'assoluzione di un gioielliere che aveva sparato ad un rapinatore. Si leggeva: "Conzano era stato accusato dopo avere sparato al braccio ad un rapinatore, colpendolo all'arteria femorale".

Come è ovvio, l'arteria femorale è nel femore; l'articolista, nonostante abbia sicuramente superato l'esame di giornalista, e sicuramente sia iscritto al relativo ordine, fa un errore madornale...

Dopo qualche ora però l'articolo viene corretto ed ora si legge "arteria omerale", la dizione corretta. Ma su un giornale stampato sarebbe rimasto ad imperitura memoria...

La traccia dell'errore resta però nei commenti dei lettori. Ne posto uno per completezza d'informazione:

A che serve questo blog?

Spesso navigando sul web mi imbatto in errori di battitura, di terminologia, o altro, dagli effetti esilaranti... ed è un peccato lasciare che queste perle si perdano per sempre.

A queste aggiungiamo gli errori che trovo sui testi che traduco,  ai quali io stesso faccio fatica a credere.

Intendiamoci, nessuno è perfetto e di errori ne farò anch'io (forse....), perciò questo blog non ha uno scopo di critica ma semplicemente di divertimento.

Questo è lo spirito con cui metto a disposizione di tutti questa ricchezza nascosta. E prego i lettori di segnalarmi a loro volta le perle che trovano...

Grazie!
AC